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Sono Parolaio...
Concorso - A MIA MADRE - concorso audiopoetico EmptyGio Gen 03, 2013 5:33 pm Da parolaio
Mi presento, sono parolaio alias Gerardo Canini, un settuagenario amante della letteratura ed io stesso sono scrittore e poeta, ho pubblicato alcuni libri tra i quali quello che ha avuto più risalto è "Racconti del Fibreno" in cui narro le vicende della mia terra natia durante la mia infanzia e adolescenza, ho partecipato anche a vari concorsi letterali ottenendo discreti risultati. …

Commenti: 1
firmatevi
Concorso - A MIA MADRE - concorso audiopoetico EmptyDom Nov 25, 2012 9:24 am Da Admin
Oltre allo pseudo, per garantirvi la paternità dell'opera dell'ingegno (poesie, narrativa, foto ed altro materiale che inserite nel forum), aggiungete la firma con il vero nome.
Oltre a tutelare voi, servirà anche a noi al momento dell'eventuale inserimento e pubblicazione nelle antologie, poiché oltre allo pseudo o nome d'arte, inseriremo nome e cognome reali.

Giancarlo Bruschini


Commenti: 0
Mi presento.
Concorso - A MIA MADRE - concorso audiopoetico EmptyVen Apr 06, 2012 1:52 pm Da luisanne
Ciao mio grande amico e brillante quanto eclettico scrittore.. è una gioia ritrovarci qui ancora una volta! Hai fatto bene a seguire il tuo istinto per sostituire il regalo con.. una macchina da scrivere! Da sempre ti ammiro per le tue capacità, la cura e il cuore che metti in tutto ciò che crei e i valori che mai tradisci a costo di perdere qualcosa.. il tuo animo è grande e sa accogliere …

Commenti: 3
Moderatore.
Concorso - A MIA MADRE - concorso audiopoetico EmptyMar Apr 10, 2012 9:22 am Da luisanne
Ti ringrazio Carissimo Jean per l'incarico di moderatore di questo bellissimo forum. Ne sono molto felice, e spero di non deludere nessuno; farò del mio meglio sia per la presenza che nel commentare ciò che i nostri poeti scriveranno. Do il mio benvenuto a tutti i futuri iscritti invitandoli a postare le loro poesie così da creare assieme un clima di amicizia, stima, scambi di idee tutto nel …

Commenti: 0
di nuovo qui
Concorso - A MIA MADRE - concorso audiopoetico EmptyVen Apr 06, 2012 12:32 pm Da Admin
Mi chiamo Giancarlo Bruschini e sono il Presidente di un'associazione culturale per la Promozione dell'Arte e della Cultura denominata Estro-Verso. La nostra associazione nasce dalle costole di esperienze associative precedenti, ma che in comune avevano la peculiarità di offrire spazio o visibiità soltanto ad autori di presunta chiara fama.
Riconoscendo il bisogno di rilanciare l'arte e la …

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 A MIA MADRE - concorso audiopoetico

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Concorso - A MIA MADRE - concorso audiopoetico Empty
MessaggioTitolo: A MIA MADRE - concorso audiopoetico   Concorso - A MIA MADRE - concorso audiopoetico EmptyDom Apr 14, 2013 6:30 pm


Concorso - A MIA MADRE - concorso audiopoetico Coverc10


TUTTE LE INFO SUL SITO www.estro-verso.net

A MIA MADRE – concorso audiopetico ELENCO DEI COMPONIMENTI INSERITI NELL’OPERA

(i nominativi dei vincitori verranno comunicati il 15 aprile, entro le ore 18).

Come per ogni concorso da noi indetto, ci teniamo a precisare e ricordare, sono i Giurati ricevono i testi da considerare senza conoscere i nominativi degli Autori. Desideriamo fortemente che sia la POESIA a “vincere”, evitando ogni possibile coinvolgimento da parte degli stessi Giurati.

Le poesie inserite in questa pagina verranno tutte inserite nell’audiolibro “A MIA MADRE”

Ringraziamo tutti i partecipanti selezionati che hanno reso possibile questo capolavoro.


I numeri progressivi, sono stati inseriti solamente per semplificare la ricerca:



001 Mamma - Angela Petriccione

Mamma
Non scorgi nel respiro
Della tua essenza
Il soffio del mio pensiero
Rivolto a te sovente
Ad ogni battito del cuore
Allorquando nostalgico
Dalla tua assenza
Sovviene il ricordo
Delle dolci cure
Dell’amore puro
Tale intensamente assaporato
Solo per un nugolo di anni
Sì repentinamente dissolti
In un mattino appena nato
Tutto il tempo trascorso
Mai più colmò
L’intenso star con te
Di un sol momento
Ti ritroverò un dì
In un cosmo di anime
O sarà bastato
L’ombra del tuo viso
Ad illuminare etereo
Il vuoto di una vita?

Anima della mia anima
In me vivi
In me ti rigeneri
Nell’amore pei figli
Nella timida dolcezza
Di eterna fanciulla
Nel triste star sola
A bagnar di lacrime
Un solito passato
Ben presto fugato
Così d’improvviso
Con un sorriso
Che mai più rividi.


002 MAMMA NON C’E’ PIU’ - Lea Mina Ralli


Vita consigli amore
tutto mi desti tu
e che tristezza in core
ora che sei lassù.

Perché perché sì presto
t’han richiamata in cielo?
Forse anelavan gli Angeli
averti in Paradiso?

Con gran rassegnazione
da loro sei volata
lasciando affranta e in lacrime
chi tanto t’adorava.

Il vuoto che hai lasciato
profuma di virtù
che nel tuo grande cuore
tutte le avevi tu.

Che cosa m’hai lasciato ?
Cosa di te è rimasto?
Tutto! Quel sangue generoso
che scorre nelle vene è tuo
e tuoi sono i ricordi.

Quanti quanti ricordi!
dolcissimi e sereni…
Con la tua mano morbida
mi accarezzavi trepida

soffrivi di dolore
quand’ero un po’ malata
gioivi meco quando
di gioia ero pervasa.

Quello che m’hai donato
giammai lo scorderò
e dentro al core mio
un Altare ne farò .


003 MAMMA - MARIA GRAZIA LUPETTI


Il rumore dei miei passi
buca il silenzio
di questi viali ora semideserti,
fragranti di siepi odorose
che inebriano e confondono,
che fanno dimenticare per un attimo
la sofferenza chiusa dietro
le finestre dell’ospedale.
I miei passi incidono il silenzio,
tradiscono la mia fuga vigliacca
da quel sentore di morte
che aleggia sopra di te
e che rifiuto di vedere.
Fuggo per non vedere l’attimo
che segnerà la seconda separazione da me:
la prima fu la mia nascita,
questa, definitiva, la tua morte.
Fuggo e mi rifugio
nelle azioni di tutti i giorni
per dimenticare l’estenuante attesa
di un momento che bramo
come liberazione dal dolore
e allo stesso tempo rigetto.
Fuggo e si allontana
il profumo del tiglio
che si insinua dentro la tua stanza.
Ritornerò domani per guardarti
e poi fuggire ancora,
finché mi aspetterai,
finché sarà la fine.


004 La madre della speranza - Cruz Lezcano Yuleisy

Sono sempre piccola nel tuo corpo,
la mia mano scivola e ti tocco;
ti coccolo nella mia piccola isola di ricordi.
Mamma, la parola è un sentimento
che rinasce perché è vita!
E’ onda d’infanzia
che con il tempo
si è persa là nella riva.
Mamma sulla sedia a dondolo
mi raccontavi con voce suadente
un universo di speranza
che nel mondo ho cercato
e ancora oggi cerco,
ma ora però, sono sola,
senza la guida del tuo sorriso,
senza di te,
senza i tuoi occhi che mi controllano
con quel tuo sguardo fisso;
mamma, mentre giocavo a nascondino
dietro un fitto bosco incantato
mi dividevo fra la voglia di giocare
e la voglia di rivedere il tuo viso.
Mamma dove sei?
Il ricordo di te
con il tempo è diventato un canto paralizzato
che insegue una voce che sembra lontana,
persa nell’eco limpido di una lacrima.
Mamma, chi ti ha portato via?…
Voglio andare ora sotto le stelle
a scaldare questo freddo che mi gela il viso
e così inconsapevolmente in quella stella
chissà se potrò ritrovare il tuo sorriso;
lo cercherò
nel gioco di nebbia che scende,
nell’alba di un risveglio,
nei fiocchi di memoria che s’appanna nei miei occhi
bagnando il desiderio della tua voce
che arriva dalla mia infanzia.
Mamma raccontami nuovamente
quel mondo fatato;
sì, con la tua voce!
Perché è tenera e si veste di tempo,
fa correre ancora nel mio cuore la gioia
che cavalca delle nubi con le gambe,
e mi dona le spalle del passato.
Mamma dai,
raccontami ancora la speranza!
Mamma dove sei?
La tua mancanza riecheggia nella mia mente
e mi lascia senza parole.
Mamma dove sei?
Perché non mi incoraggi più a camminare?
Perché non porti via questo dolore
di silenzio abissale?
Mamma, ho bisogno di te,
Dove sei? Su, vieni!


005 LA VOCE DEI RICORDI – Federica Cabianca

Mutilato il tempo
Tra le righe del tuo viso,
Un elemosinare dei giorni
Tra dove comincia l'alba
E dove la notte
Custodisce la luce.
Ti guardo...
Accarezzando il tuo respiro
Mentre il tuo cuore palpita,
Regalando sorrisi
Anche se languide ferite
Languiscono l'anima.
Nei voluminosi
Quotidiani tuoi gesti
Saranno la somma
Dei giorni miei, ad ascoltare
Un empireo suono
La voce dei ricordi.



006 Lungo il mare – Barbara Lo Fermo

Alzo gli occhi al cielo,
penso, mentre il tuo ricordo
mi imbarazza nella mente
anche se oggi
i nostri cuori sono lontani
non dimenticherò mai
quei dolci baci
accesi sulla spiaggia
sotto il chiaro di luna
tra lo scintillio delle onde.



007 CARA MAMMA – Anna Pinzuti

Cara mamma della vita mi facesti il gran dono,
le mie piccole labbra cercarono invano il tuo seno turgido e pieno.
Non sentisti il mio primo vagito,
mai la tua mano ninnò la mia culla.
Dissero ch’eri volata lassù, che saresti tornata.
Nell’attesa mi son consumato a guardare una fulgida stella
e una falce di luna che pareva una zanna.
Novant’anni che aspetto…ti prego allunga una mano
e in un soffio d’amore ricomincio con te.


008 MAMMA= CINQUE LETTERE, MILLE EMOZIONI.
Maria Gabriella Valerio

I tuoi occhi, profondo oceano incantato,
di emozioni, passioni e desideri formato
In te lo sguardo si perde catturato,
dal tuo soave profumo di te profumato,
dai tuoi lineamenti così raffinati
tutti alla tua vista rimangono affascinati
Il sorriso è la tua curva più bella,
tanto da farti sembrare una stella.
Sei la visione più bella che c’è,
il mio cuore è pieno di te.
Sei così incantevole che non sembri reale,
con la tua leggiadria e il tuo aspetto regale.
Ma il tuo aspetto esteriore è solo una cornice,
perché il tuo carattere è colui che tutto di te dice.
La tua generosità, il tuo umorismo, la tua dolcezza,
l’amore che sai donare e la tua saggezza,
fanno di te una donna speciale,
per tutti quella ideale.
Molte volte il tuo coraggio è da ammirare,
per come riesci le situazioni critiche ad affrontare.
Sei come un uccello che libero vuole essere di volare,
senza che nessuno le ali gli possa tappare,
chiunque ci provi tu lo sai affrontare,
e con calma e fermezza continui a volare.
Nel tuo carattere vedo la donna che sarò,
e per questo mai mi arrenderò.
Ora voglio solo dirti: mamma non cambiare mai,
perché per me sei perfetta così, lo sai?
Grazie per tutto il bene che mi dai,
anche quando combino grossi guai.
Ciao luce dei giorni miei,
tu il mio tutto sei.


009 - 8 marzo 2013 - Massimo Acciai

Mamma
oggi avresti compiuto 64 anni
ma io ti ricordo precocemente invecchiata
dalla malattia,
dal dolore,
da un’assurda sofferenza
che il dio in cui credevi
non ha potuto risparmiarti
(ma è stato un bene che tu ci credessi
perché la fede è sempre una grande forza).

Eppure ricordo anche il tuo sorriso
giovane,
perennemente giovane:
un sorriso eterno.
Mi dicono che te ne sei andata
con quel sorriso.

Nata nel giorno della Donna
sotto il segno dei pesci,
nel mese di ventoso,
hai attraversato questa esistenza
con bontà e coraggio.
Eri – sei – un grande bodhisattva della terra:
appena chiusi gli occhi
li hai riaperti subito altrove
per portare ancora ad altri
il tuo immenso Amore.


010 Nel tuo anniversario – Rosa Gallace

Sprofondo nel mormorio della ghiaia
percorrendo sovente questo viale
Incontro il tuo sguardo luminoso
nella cornice di diamante
in un silenzio composto e perpetuo
Mi pare ancora di sentire
la tua voce morbida e soave
accompagnata dalle dolci corde di chitarra di mio padre
Dalle tue mani quell’odore inconfondibile
del lento lievitare di pane appena sfornato
Quelle mattine fredde d’inverno la neve fuor dell’uscio
intenta a tagliuzzare mandorle tostate,
fichi secchi e noci per i dolci di Natale
Le arance appese all’albero di pino
coloravano e profumavano l’aria nella piccola cucina
e noi seduti attorno al tavolo fratino
ansiosi aspettavamo il tuo croccante
Tutto si confondeva nello scoppiettio
del ceppo di castagno nel camino
che al mattino raccoglievi la cenere bianca per il bucato
Porto ancora negli occhi il colore
del tuo vestito buono delle feste
e la spilla d’oro col tuo nome sullo scialle
E ti racconto ancora perché tu sappia
che non so dimenticare quel calendario
di giorni antichi che sembrano di un’altra vita
E quando cerco d’imitarti mi ritrovo già
a ripetere i tuoi gesti per somigliarti un po’
Quando poi il silenzio s’interrompe
nel buio della candela ormai spenta
ritorno al mormorio della ghiaia
nel frastuono della nostra città
e pare già passata un’altra vita


011 LA TUA CAREZZA – Rosalba Spagnolo

Un ricordo
mi attraversa a tradimento,
lacerandomi.
Sei tu, mamma,
così cerea e lontana?
Avresti dovuto opporti
a quel commiato precoce.
Un raggio di pulviscolo
rifrange l'oro
di mille particelle di solarità.
Lo attraverso con la mano
e avverto, lieve,
la tua carezza.


012 L’unica Regina – Osvaldo Crotti


E’ primavera.
I peschi sono in fiore.
Un raggio di sole penetra
e rischiara il tuo volto.
Mamma; non sarai mai sola.
Perché il cordone ombelicale
ci legherà per sempre,
e ci nutrirà anche oltre la morte.
Sarà questo il mistero,
che ogni creatura,
creda sia realtà.
Tu sei l’unica Regina che io conosco.
Sei l’isola dei miei ricordi
e il mio mare di serenità.
Mamma.
Questa è la prima parola che qualsiasi pargolo,
con voce ancora acerba dirà.
Mi risuona nella mente il primo vagito.
Il primo palpito di vita.
Con le piccole labbra sul seno,
cercai la tua ninfa materna.
Come posso scordare il tuo profumo d’amore.
Le tue lacrime di felicità.
Mentre dal tuo cuore un velo di tristezza sale,
pensando a ciò che a un figlio,
il destino ha riservato.
Mamma sei grande.
Mamma sei talmente grande,
che al fianco di Maria,
Dio nel suo nido di grazia,
con immenso amore, ti poserà.


013 A Mia Madre – Sara Lucas

Non ti muovere madre mia,
Rimani lì quieta.
Voglio indovinare cosa farà il vento
Perché tu dorma tranquilla,
al confine del suo fiato.
Eccomi qua,
Nel posto dove non avrei mai voluto essere
E sto con l’anima ferita,
Perché dovrei arrivare lì
Dove l’anima s’incontra
Con i suoi cari.
Madre mia, tutto va bene
Il vero amore
È quello che rinuncia
Ponendo da un lato l’egoista.
Dimmi di cosa si maschera il cuore
Quando non può far un occhiolino.
Dimmi che l’oceano della tua esistenza
Non si riduce alla lacrima sulla mia guancia.
Madre siamo due lati di uno stesso cristallo
Quello che quando tu lo decida,
Io devo incrociare.
Solo così.
Nel fregio dell’eternità
Riconoscerai la mia presenza
Nuotando accanto alla tua volontà.

Traduccion Margaret y Rossella Fioravanti

014 Trasferenza - Vladimira Cavatore

Madre, nello stesso modo figlia,
poiché prevedibile il senso di afflizione
che ti ha sbalzato fuori dalla vita,
giacché l’“adulta” città
ti ha annunciato più emarginazione,
contenuta nei suoi giganti di cemento
della sua bloccata anima.
Nell’attraversare i quartieri, sola,
con il corpo e la spiritualità divisi
incastonati nella grigia pietra,
provando scoramento
di ampia e profonda mota,
seppur in già ridondante
e non accogliente urbanità.
Nel mentre, la verità
si disincastrava
e dissipava i dubbi
con i tuoi sensi: successe,
in varie circostanze
perché l’ignoranza schiacciava
ed il dado era già estratto.
Nel tuo cruccio si è poi sindacato,
dissetato con quell’incompreso
ma assolvibile “gesto”.
Non più identico, ma risoluto,
ancor più cupo e non dissuaso
dell’amor sconfortato.
L’“oltre” si è annullato, deterso.
Negli esseri s’infrange
su ciò che è più sacro,
eppur oltraggioso,
quando non si sprigiona il saggio
discernimento e la coscienza
del legame all'Uno,
pur nell’eremo dell’individualità.
La “separazione dal Principio Primo”
ha distolto il tuo seno
dalla crescita dei tuoi sicuri figli,
che nel distacco forzato
hanno urlato, reclamato
ma poi annegato
l’istinto di riavere te, madre/figlia.
Figlia, per infonderti gioia
poiché sembravi sconfitta
nel tuo disorientamento.
Per rivedere la tua essenza di madre.
Non incontrando clemenza della divinità,
non facente parte del suo disegno,
il tuo rinvenimento.
Nella percezione di aver adorato,
venerato, ma sconvolto il tuo daimon,
non si azzarda la riprovazione
di sì fragile intento,
dacché la disperazione
pone il suo veto con l’astuzia,
scostando l’accortezza.
Scendere nel passato,
slega e incanta gli intelletti
disperdendo il vitale respiro.
Perciò, allora, ti riscontravo
affranta nella fantasia delle notti,
nella penombra dei pensieri,
nella luce dei reconditi anfratti.
A distanza di tempo lo sgomento
si è scongelato nell’attonito
interiore ritrovamento.
Del nido della nostra puerizia,
le palpitazioni in tua privazione,
nello scollamento del tempo,
si sono filtrate e dileguate.
Il valore dei tuoi figli ha ricoperto
di fiori il tuo cammino,
inondandoti dell’unione trasferita.
Ove ti abbiamo impreziosito
e allontanato allo stesso tempo,
da quell’avverso baratro
dove ti ho fermato la prima volta,
…sospesa nella decisione
che ti ha ridato l’amore,
hai ritrovato nel tuo abbraccio piangente,
ma strillante della piccola figlia/madre
l’assoluzione, nello stringersi alla vita
quasi a soffocarla. Quella mia stessa vita
…liberata dal giudizio e vissuta nell’assenso.
Nella tua rimembranza
non mi annichilisco
e non mi stupisco.
Ho sopravvissuto,
poiché forte di quella stretta,
ancor abitata dalla memoria,
coccolata nell’intelligenza.
Per chi ha ricapitolato,
l’unica fede da me sperimentata
si è vestita di compassione.
Senza adombrarsi,
né sbigottirsi,
né spezzarsi a tal guisa
per la falsa rottura.
Non perisce chi è già percosso.
Il diviso è dato anche se non esatto.
Tutto è svelato come parte dell’intero
che ti ha apparentemente vittimizzato.
Ma un dono ti è dato,
che nella ragione
non si è più nascosto:
la globale scienza,
pur nella sua ancestrale credenza,
ha riconosciuto il fulcro
del tuo originario e felice aspetto
e riportato a eternità,
nell’al di là di persistenza,
la tua estensione di interezza.


015 Musa Generatrice – Nico Valerio

Dalle salate e miti acque adriatiche mi partoristi,
sfuggendo agli orrori di quei giorni tristi.

Quel mio primo giorno, candida la tua mano appoggiasti
E guardando quella nuova vita tanto pregasti.

La mia vita iniziasti con morbide ali protettive,
guardando al mio futuro con vigorose direttive.

Mia Musa Generatrice, forte e vincitrice,
a Te dedico questi umili miei versi impressi di vernice.

Il Tuo immenso fiume di tepore e sudore,
sarà sempre ripagato dal mio grande amore.


016 Mamma – Giuseppina Brintazzoli

Questa tristezza che mi assale
guardo la vita mentre muore
Vorrei poterti abbandonare
Se non ci fossero legami
e non ci fossero paure
Se non ci fosse quel tuo corpo
Che da solo non sa stare
Vorrei poterti abbandonare
Ma mi trovo a ricordare
quel che eri e che mi hai dato
e sto qui a senza parlare
guardo la vita mentre muore
e non ti posso abbandonare


017 Semplicemente, GRAZIE. – Ilaria Zof

Per tutta la mia vita a te sarò grata
per quella mattina in cui, stanca e sudata,
il sole nascente tue doglie dissolse
e il mondo al risveglio gioioso m’accolse;

le rosee labbra cercavano il tuo petto
ingorde, bramose di latte e d’affetto,
e mi baciavan i respiri tuoi delicati
se alzavo al tuo viso i miei occhi appannati.

Mi stringevi le mani, ch’io non cascassi
mentre incerta muovevo i primi miei passi
e rinunciasti per me al tuo essere donna
dall’attimo in cui m’aggrappai alla tua gonna.

Al ritorno da scuola, seduta a me accanto
paziente ascoltavi l'infantil mio pianto
per un brutto voto, od un'incomprensione
crudeli artefici della mia afflizione.

E, ignorando le tue, le mie ansie curavi,
correvi da me, ed io, mentre m’abbracciavi
attendevo smaniosa, stretta al tuo seno,
che dopo la pioggia tornasse il sereno.

Ed ancor adesso, che sono cresciuta,
che tutto troppo velocemente muta,
allorché m’assale il temuto sconforto
a te mi rivolgo, come a sicuro porto.

Ed in alto vola la mia umil preghiera
ad una stella cadente, che i sogni avvera;
perché il mio più gran desiderio sai qual è?
Che io sia pe' i miei figli ciò che tu sei per me.


018 A MIA MADRE – Maria Grazia Pettorossi

Sei mia madre.
Lo so dai passi cauti
e sorridenti al mio sonno
con piccole lacrime.
Quando intorno
tutto sanguina
mi schermi gli occhi
tendendo la mano.
Sei un lungo stelo
che sostiene il fiore
e a capo chino
lo dondola alla brezza
e lo trattiene.
Per te lotto
lo sguardo attento
all’arroganza del dolore.
Respiro per te
-vicina a morire spesso
muta.
Da lontano,
mi arriva la carezza
di un richiamo,
e la preghiera
di cristallo trasparente
del tuo ripetuto rosario.


019 LA MAMMA MIA - Sebastiano Trovato

L’amor di mamma
è la vita stessa.
Niuno potrà donar
tanto splendore
ritrovar affetto e calore.
Rimembro il tuo respiro
acerbo frutto depredato
in un dì mesto e scellerato.
La vita a Dio affidasti
e di pace t’adornasti
per riposar serena
dopo anni tristi.
Andasti via lontana
da questa vita austera
che ti plasmò e mutò.
Non eri più te stessa
ma sempre resterai
la mamma mia
che immane Amai.


020 QUELLE GONNE DI MIA MADRE – Gian Paolo Cavanese

Ricordo le pennellate
di calce bianca e mia madre…
l’infanzia slavata e fredda,
pioggia sempre profumata
le mani impolverate
di abissale dolcezza,
quelle gonne di mia madre
di stoffa… sempre uguali.
Ricordo… ora… ricordo.


021 Ti voglio bene – Luana Trabuio

Chiusa nella mia stanza
abbracciata ad un peluche,
mi domando se nei tuoi pensieri
c’è un posto, ancora, per me !?

Se nel tuo cuore si agita il mio stesso dolore !?

Chissà cosa stai facendo in questo momento...
se come me stai piangendo ?!

Se anche tu ripensi ai nostri momenti
passati insieme e se nel ricordo di allora,
una lacrima ti scende sul viso,
vuol dire che ancora mi Ami !!

Vuol dire che non mi hai abbandonata ...
Allora trova il coraggio di bussare alla mia porta.
Trova la forza di perdonarmi e tornare
da me !

Mi manchi e non immagini quanto !

Ti voglio bene Mamma...
E te ne Vorrò... Sempre...



022 Madre – Tiziana Monari

E' forse il vuoto Madre
il lungo brivido di bora
la vita che passa sul dorso della mano a piegarci come l'arco forgiato dal guerriero?
E'' forse la caduta a bilanciare il peso di sogni mai avverati
a tendere agguati nella sera
quando fioriscono ventagli di stelle tra i portoni?
Io sento ancora i passeri nel cuore
in un calvario con una croce e un filo d'erba
gli occhi posati nelle tasche in questa casa con un albero bifronte
i legni istoriati sulle scale
le focacce tiepide da mangiare a colazione

tu accosti labbra a vetri avidi
al gemito di agnelli nelle strade
al chiassoso eco di gufi e di civette
e mangi su ciotole scheggiate di dolore
un respiro che appena trema sulla vita
un fermaglio di porpora e carminio tra i capelli
nella tua strada dalle sorbe di settembre
dove c'è un rosario ed una Madonna nera
il canto senza prodigio degli uccelli
la voce di fanciulle saracene
così cerchiamo un sole frantumato in scaglie
folaghe di stagno, una zanzara azzurra
celiamo spine e diventiamo rose
sfaldate nello spazio di un pomeriggio pigro
l’agave selvaggia in fondo al cuore, le ginestre sparse al vento della sera.


023 QUANDO IL GIORNO S’AFFIOCA – Antonella Riccardi

Quando il giorno s’affioca
t’invoco,o Madre.
T’invoco perché tu sai
qual dolore affonda
in quest’acque smeraldo,
qual ballata di pensieri cresce
nel lattiginoso ribollir dei flutti.
Qual sospeso, flebile esercito di spettri
s’accompagna alle fitte brume.
T’invoco e già s’appresta il passo tuo
nell’aria silvestre.
Sovrana incedi
tra i colori che sbiadiscono,
quando la ronda delle ombre ormai dilania
le mistiche brezze.
Leggiadra l’oscurità distende il suo manto
su siffatta tua bellezza,
le braccia schiude su ciascun tremito.
T’invoco, perché tu sai il dolore.
Sulle nocche torte, sul vizzo riso
sui frammenti d’un mondo antico
che increspano la superficie d’argento.
Quando il giorno s’affioca
fatui riverberi le tenebre incendiano.
S’adagia il respiro sui cerchi concentrici,
sui segreti celati tutt’intorno
dalle sfumate cime.
Cheta un sospiro spandi
sui campi attoniti e vinti,
la mano posi sul capo mio
quando già s’apre la notte stellata.
Nel dolce sonno teneri i ricordi
paiono carezze al cuore.
Nel silenzio docile, o Madre
la preghiera tua
il cielo ingemma.


024 MAMMA – Velia Aiello

Sei il cielo
Avvolgente di luce,
che rischiara le notti buie,
Sei la sola
Che non abbandona mai,
Quando tutti vanno via,
che resta al mio fianco,
sente il ritmo del mio cuore,
sa leggere nei miei occhi
e nella mia mente.
Sempre presente nella mia vita
Finché vivrai.
Non c’è tempo
né stagione
in cui si può fare a meno di te.
In ogni età
Sempre più preziosa,
pronta a dare
in un delirio d’amore
senza confini.
Un sole
Che sta lì ad elargire,
inarrestabile
come il vento,
forte come roccia
ad affrontare sfide.
E faresti sempre più
Se potessi!
Vorresti coltivare
Il fiore dei miei sogni
O rubare il segreto della felicità.
Se il più gran dono dell’umanità,
nata per amare.



025 Sulle tue orme – Patrizia Chini

Sotto il peso
delle notti in bianco,
del sale delle lacrime
e delle preghiere meste,
sottovoce...
tu ci hai insegnato
la parola “Amore”.

Al nostro fianco
in silenzioso moto,
sempre presente, tu,
pronta a cogliere
ogni bisogno,
a tenderci una mano
con un sorriso chiaro.

Noi... le braccia tese
a prendere, senza chiederci mai
se ti mancasse il pane.
Oggi i tuoi occhi stanchi
continuano a saettare:
"Che ti manca?
Dillo a mamma."

Cerco nei ricordi
seguo le tue orme
sulla strada
dove si impara
la parola “mamma”

026 LA MIA DROGA. – Virginio Giovagnoli


Nel deserto dei desideri risorge come l’araba fenice. Scelgo fra i colori ed i profumi un fiore. Il fiore della vita da posare sulla nuda terra dove riposa. Il tempo mio scorre veloce. Cerco sempre quel volto nel passato. Aleggia il suo spirito, e come ombra nei giorni bui mi accompagna. Tutto posso perdonare al mio eroe, ma non la morte. L’eroe non muore, non può morire. Spariscono le croci. Fatue fiammelle rischiarano la strada guidando i miei passi. Volti conosciuti in attesa: una parola, un pensiero, una preghiera. Uno strano smarrimento mi prende. S’intenerisce il cuore. Ancora come allora scendono irrigando il viso. Gli dono un mazzo di rose. Mi guarda, sorride. Lo rivedo nei giorni della mia infanzia. Si aggira per la casa. Non ha spada né scudo, solo una scopa ed un vecchio straccio umido per spolverare. Felice, seduta vicino al camino, sferruzza a maglia. Si, mia madre, ecco il mio eroe. Mi ha data la vita, dedizione e rinunce. È lei il mio eroe. La mia eroina. Droga del mio cammino.



027 Mamma – Silvana Intieri

Rivedo ancora i tuoi occhi
Celesti come il mare
Intenti ad osservarci
Mentre il sonno ci sorprendeva .
China sulla culla ci accarezzavi il viso
E con il tuo dolce sorriso
Come un angelo ci affidavi a Gesù
Affinché potessimo fare sogni sereni.
Mamma risento ancora la tua voce
Mentre ci insegnavi le preghiere
Ed il mio cuore a tali ricordi
Palpita di emozione.
Mamma anche se non ci sei più
A tenerci la mano sei sempre con noi
Nei nostri cuori .


028 ALL’OMBRA DELLA LUCE – Giuseppina Mira

Ho rubato i fiori
e li ho buttati negli anfratti.
La primavera non è tornata a casa.
Le stelle non si sono specchiate
nei sorrisi dei campi
e tristi si sono oscurate.
La gramigna ha popolato il cuore
e la gioia non è riuscita a respirare.
La vita si è increspata come il mare
e la speranza non si è messa in viaggio.
Ma un giorno una scintilla
ha sciolto le ombre
e si è curvata sopra di me.
Ho pensato a mia madre
e mi sono salvata dal livore.
Ho sentito il canto dei salmi

all’ombra della luce.


029 Madre – Giorgio Valdes


Come torrente d’estate
che al sole offre
pietre levigate e
canne piegate,
così la tua ragione,
privata della parola,
raccoglie i pensieri della sera
e distilla i ricordi
nel lago dei sogni.
Immobile osservi vecchie mura
che lacrime e fatiche trasudano
e piano l’autunno
piega la speranza
mutando la preghiera
in flebile lamento.
Nell’ombra della sera
la luce fioca della luna
mostra nei tuoi occhi
l’antica radice della dignità
mentre, stretta nella benda del silenzio,
attraversi la clessidra delle ore
e spegni l’ultima candela.


030 VOGLIO FARTI UN RITRATTO, MAMMA – Paolo Campidori


Voglio farti un ritratto, mamma.
Per te, userò pochi colori:
il rosso dei tramonti infuocati
per dipingere le tue labbra;
l’argento delle crespe del mare
per dipingere i tuoi capelli;
il blu oltremarino degli oceani
per dipingere i tuoi occhi;
il rosa pallido per dipingere
il tuo volto sempre sorridente;
il nero dei rami scheletriti d’inverno
per dipingere il dolore
che hai sofferto per noi.


031 Mammì – Silvana Sonno

Per dire morte
non c'è che una parola: morte.
Per dire vita ce ne sono molte:
parole declamate
o masticate
parole ricercate
o sconosciute
parole che raccontano
o descrivono
che danno informazioni
che richiamano sogni o desideri
che smorzano la rabbia
che sfogano il dolore
o la compiuta letizia dell'amore.
La morte è pallida, e perfetta
la vita è colorata, mutevole
l'una si copre d' ombre
l'altra s'affanna d'ore.
La lingua vi si adegua e le subisce
ma quando vita e morte conciliate
sciolgono ogni voce nel ricordo
dal silenzio dei sensi e dei pensieri
a volte come un'eco, senza luogo
sfuma tra cielo e terra e senza tempo
trascorre in forme vaghe, e in trasparenza
rilascia un suono, un'ombra di vagito
come un lamento antico, una preghiera.
E senza esser parola le assomiglia
diversa, nella sua lingua impropria
si porge all'ascolto di un momento
un lampo, uno schiocco di vento
che consuma il non tempo dell'attesa.
Anche per me è successo e la conservo
quella voce fantasma dentro il cuore
quella parola che in altra lingua suona
leggera e universale, amara e dolce
voce quasi cantata di chimera: mammí ...


032 Insolita fantasia – Maria Cristina Biasoli

Riecheggia tra le pareti
La tua voce;
ferma il tuo passo
insolita fantasia,
affianca la mia mente violentata,
squarciata dai lampi.
Fammi ancora sentire
la tua vellutata malinconica tenerezza
gelosamente custodita.

Strana coppia
Il nostro essere sole
Nell’implacabile calore della tua voce.

033 Perché me lo chiedi mamma! – Alberto Pica

Buongiorno tesoro di mamma,
ti preparo la colazione!...
stamani ci sono i cornetti caldi
come piacciono a te!...
---Si .. come piacciono a me, pensa “Giada”
Dall’alto della sua sedia a rotelle…

Oggi sai che giorno è tesoro di mamma?
Il ventuno aprile … oggi compi vent’anni!...
---lo so mamma, li sto contando
giorno per giorno…
Peccato che tu non mi possa sentire…
Sono muta!...

E’ una bellissima giornata dolce mio tesoro,
il cielo è terso come il tuo nome!
---immagino mamma cara, peccato che non possa vederlo…
Sono cieca!.

Giada, mia piccola, ora la mamma ti porta al parco
A giocare con le amiche
---magari io potessi correre con loro!
Sono paraplegica!...

Tesoro, lo fai un bel sorriso alla tua mamma?...
---Si mamma, appena avrai terso la mia bocca
Col bavaglino…

Un bacio lo dai alla tua mamma?...
---Perché me lo chiedi mamma!...
Chissà… forse in un’altra vita!...



034 A mia madre - Donatella Maino

Volevi la prova dell'esistenza di Dio,
chissà se l'hai trovata, madre mia.

Vestita d'aria ora sei
al calar del vestito giallo che portavi
nel mutamento nucleare.

Le zagare ti solleticavano il viso,
quasi sorridevi nel nuovo progetto
per riscattare lo svincolo.

grappoli di volti
con intrecci di conforme
al vivo santificarti senza spada.

Diafano il commiato:

la testa era un gran fracasso, attraverso
le orecchie sentivo il mio respiro
e tamburi di cuore pulivano le tue unghie
dai residui di terra, dalle sedute di posa,
per un arcobaleno di cenere.


035 Madre del tempo – Daniela Gregorini

Oggi, non più figlia,
fra le mie mani
nidifica questa foto
piumata d’ocra
di noi due,
ove le mie rughe
giovani inseguono le tue,
savie di vita.
I miei tratti nei tuoi
si guardano, origliano
il loro futuro e tu, paga, abbracci
in me il nostro “per sempre”.
Scorre fra le dita,
questa foto grinzosa
di quando la tua vecchiaia
albeggiava appena
nel presente di allora,
bella, non ancora imbrattata
dall’alone grigio della malattia
che ti ha imprigionata
come bitume che permea di sé
le ali dell’ultimo volo.

La tengo con me,
questa foto,
così non mi spaventerò
alle prime foschie
che eclisseranno il mio viso,
perché saprò di te,
del tuo fare ammorbato
di placido senno,
del tuo fervore mai sopito,
della tua vita cangiante,
perenne amante.

Tu ed io, madre del tempo,
in questa fotografia,
ponte aeriforme
che ci conduce al domani,
ci riporta a ieri,
partendo da ogni oggi.

036 Perché Mamma? – Laura Bruschini

Mamma perché?
Perché a me?
Perché può succedere ancora a qualche altra donna quello che è capitato a me?
Mentre in quel parcheggio buio lui mi violava
Io ti pensavo, ti cercavo
Volevo rifugiarmi nel tuo caldo abbraccio
Sentire il tuo dolce profumo
Proteggermi nel tuo grembo
Mentre lui mi feriva
Io ti chiamavo, gridavo
Volevo tu corressi ad asciugarmi lacrime e sangue
Salvarmi da quel martirio
Mamma perché?
Perché lui ha rubato i sogni dalla vita che mi hai donato?
Perché nel mio sguardo abbassato ora non c’è che tristezza e dolore?
Perché mamma ora madre io non sarò mai?
Mamma, le risposte ai miei perché posso riceverle solo da te
Quel che resta del mio mondo lo avrò grazie alla forza divina che c’è in te.


037 Quel corpo scarno – Francesco Pasella

Venererò quel corpo scarno
oltre le tenebre dell'inverno.
Nella sacra tana del ricordo
navigheranno lacrime di luce.
Nell'esile, tenero, filo di dolcezza,
nelle parole flebili
che bramavano umile fierezza;
nella fragilità di porcellana
ostaggio di un'estrema debolezza,
nel nome fiero di un figlio
a cui cedere la cura del proprio orgoglio di madre,
madre che ha difeso sino allo stremo il suo cucciolo,
anche nella rabbia inchiodata da una piaga di dolore.
In un'ultima corporale preghiera
chiedi conforto,
in una disperata e convulsa purificazione di sensi
chiedi protezione;
in un ultimo delicato sfiorire,
nel doloroso disfacimento terreno
di donna da amare che ha violentemente amato,
diventi eterna primavera.


038 A MIA MADRE !!! Maria Vittoria Massimo


Ricordo quel giorno del 68
quando piangendo ci dicemmo addio
quello per noi fu un triste saluto
un sacrificio che non fu voluto.
E` stato difficile dover partire
anche perché ci fece soffrire
ed il tuo abbraccio ancora risento
perché era pieno di sentimento.
Ma sopra il mio viso sono rimaste
ancora le tracce delle tue lacrime tristi
mentre dicevi "Segui il tuo cuore"
vedrai che per te sara` un mondo migliore.
Se avessi
potuto fermare quel tempo
sarei rimasta accanto al tuo grembo.
Ma ogni attimo vissuto con te
nella mia anima ancora c’è
perché il tuo grande cuore di donna...
ha saputo darmi una lezione somma.
Ed una gioiosa brezza di vento
risento leggera tra i miei capelli
quando assai lieve vi passavi le dita
mentre parlavi della tua vita.
Nel grande quaderno dell'anima mia
è stampato il tuo nome oh ! Mamma mia !
Mentre nel corpo e nelle mie vene
vi scorre il sangue che da te viene.
Io ogni sera pazientemente
ti aspetto nei sogni e appari silente
con gli occhi chiusi vedo il tuo viso
illuminato da un bel sorriso.
Da un po` che non sei piu` sulla terra
una nuova Stella brilla nel cielo
e quando arriva il tuo giorno natale
accendo un lume sul davanzale.
Per dimostrare che la tua presenza
sta nel mio cuore e da sempre vi giace
e riconoscente ti mormoro lieve:
mia cara Mamma riposa in pace.


039 SILENZI- Orazio Gennuso

E quando pioverà il silenzio,
come una lama sottile,
ti prenderò le mani, mamma,
per portarle al cuore.
Cesserà, allora, ogni dolore
e sulle labbra mute
rifiorirà, dolcissimo, un sorriso.


040 Madre cara – Nicolina Fantozzi

Mia cara madre
ti sto a pensare,
non posso ignorare
le tue crude pene
per il mio bene:
m'hai custodita in grembo,
m'hai allattata al seno,
m'hai messo fasce addosso,
il mio passo hai mosso
e prendendomi per mano
m'hai condotta lontano;
non so proprio come fare
per potermi sdebitare!


041 Madri d'altri tempi – Gerardo Canini

Del triste tempo remoto
labile serbo il ricordo,
per potersi sfamare
tanto c'era da lottare:
i miti padri di famiglia
ligi restavano in veglia
sulla covata numerosa
che aspettava ansiosa
la frugale cena giornaliera
che sembrava manna vera
e pur le madri premurose
assai erano operose.
Delle persone a me care
rimembro spesso mia madre
che col suo amato consorte
condivideva pene e gioie,
assistenza ci prestava
e tanto si sacrificava:
mai restava indifferente
al bisogno ricorrente
della sua prole esigente;
le faccende disbrigava
mentre entro se pregava
che sempre gioia e amore
regnassero nel nostro cuore.


042 MADRE- Antonio Bicchierri

Tenera figura
dai capelli innevati
nel rigido inverno
ti riscaldi
avvolta nel tuo scialle
consunto dal tempo.
Grande l’amor tuo
per quella creatura
portata in grembo
e nei tuoi sofferti silenzi
la vita donasti
senza nulla chieder mai.

Come lento
è quel fiume che scorre
fra irti pendii e scoscese valli,
sino ad acchetarsi nel suo eterno letto,
così nel tempo
solcato il volto tuo
da lunga fatica,
nel gioioso amore
di serena attesa,
in sogni… speranze…

Nel tempo
che più non torna
lontano
il tuo sguardo
va
in quell’antica luce
ad illuminar
i tuoi stanchi occhi
nell’eterno sospiro
d’infinito amore.


042 PIERA – Lorenzo Pontiggia

Eri forte, sagace, lavoratrice,
in Riflente la “fabbrica” girava...

Il pater familias........
superficiale, vanesio...

Esercitava sulla tua pazienza
un'immeritata autorità...

Soffrivi e amavi
i tuoi “gioielli”...

Capivo, ubbidivo,
alla tua scuola di Vita...

L'onestà che hai insegnato
è la mia strada maestra...

Sei parte del creato,
della Progenie...

Mamma Piera,
Mamma Eterna...

Madre Terra,
generatrice di frutti perpetui...


044 Il magico incontro – Elisabetta Errani Emaldi

Mamma, una notte tu partisti in silenzio
per le valli dell’Eden, senza dirmi addio.

Accettai il tuo volo verso le Sfere Sacre
soffocando il mio dolore, sapendo
che tu avresti raggiunto le favolose colline
e praterie fiorite della Luce.

Sapevo che un giorno ci saremmo
riviste nei Gloriosi giardini Celesti.

Il mio cuore sentiva di aver perso il calore
del diamante più prezioso, ma non piangevo
perché sapevo.

Il tempo passava, e tu mi mancavi
sempre di più, fin quando
tutto sbocciò in un grido di dolore soffocante.

Una notte m’apparisti in sogno,
indossavi una veste di luce dorata e quando ti dissi
che mi mancavi enormemente, tu scoppiasti
a ridere divertita, poi seria mi abbracciasti dolcemente.

Mamma,
il tuo magico abbraccio, guarì il mio dolore,
il tuo cuore generoso mi offrì
l’energia della gioia e della pace.

Ancora oggi, quando ti penso ti rivedo in
quel maestoso incontro, nella tua veste luminosa
con i tuoi doni d’amore,
mentre mi sorridi dolcemente.


045 Ti ho cercata per dirti … - Luciana Biseo

In una torrida giornata estiva
sono venuta a cercarti
chiedendo agli alti cipressi
di mostrarmi la strada
così familiare quando tu mi ci portavi
e che adesso non ricordavo più.
Fra tante tombe sono venuta a cercarti
e nessun essere vivo eccetto
nei loro trilli persistenti, le cicale
dei lutti altrui estranee nella gioia
del baccano festivo osannando la vita
in barba ai morti nei loro sepolcri.
Seguendo la pista dei fiori esausti, delle mosche corolle
arrese al caldo e alla sete, ti ho cercata
da tanto passato che invoca
almeno un ricordo circondata
senza Virgilio né Caronte
penetravo nella foresta di angeli,
nel territorio del tempo pietrificato
e degli orologi fermi
ognuno nella sula ora.
Ti cercavo per dirti, Madre
che, malgrado il gallo negato tre volte,
io non ti ho negato mai
perché, in assenza di te, ti ho conosciuta
e da donna a donna volevo dirti
che lo so già com’è il vuoto
dei figli che se ne vanno,
che il fendente l’ho già sentito
del vile tradimento
che ormai so già come raddrizzare
la curva della mia schiena.
Non posso rinnegare della mia stirpe
di vincitori né l’orgoglio di casta
- grazie a te, Madre –
ho l’armatura che sopporta il colpo
e mi difende, niente e nessuno potrà
distruggermi. La mia antica casta
è lì a soccorrermi con la sua nobiltà
di fronte al dolore lotto
con la spada sguainata
- grazie a te, Madre, Maestra di vita –
Lo so già come si cammina da soli
senza l’appoggio di una stampella qualsiasi
grazie a te, Madre, so tutto,
me ne sono resa conto
e volevo dirtelo, Madre.
Quando finalmente ho trovato dov’eri
la siepe di cinta si è gonfiata, timidi fiorellini
silvestri la testa hanno alzato
rifulgeva il marmo bianco
al sole inclemente
eri tu che aspettavi il mio arrivo
Madre.

046 MAMMA – Giancarlo Bruschini

Quando la sera son solo
E gli occhi socchiudo per vederti
Nitido nella mente il tuo volto mi appare

Tra ricordi consunti
La tua voce riecheggia
E illumina il mio cuore

Lacrime che hai già visto
Tristezza già usata
Non più stelle da osservare insieme
Il muto silenzio di adesso mi divora

Ti cerco nel ricordo mio amico e nemico
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