Ricordi...

Ci sono mani che non scordi. E occhi come pozzi, denti che un sorriso lascia intravedere, movenze che riconosceresti tra mille, voci che oltrepassano il rumore che non si possono scordare.
E poi c'è il profumo della pelle, la sensazione di quei capelli sotto le tue mani, la precisa percezione del peso del suo corpo sul tuo, il sapore del suo dentifricio misto a quello del caffè.
I ricordi sono frecce infuocate, che scaldano ed, insieme, dilaniano l'animo. Momenti di paradiso in terra, che poi ti spediscono nell'inferno più tormentato.
E non vinci mai contro di loro, perché hanno il vantaggio dell'imprevedibilità. Ti colgono di sorpresa, in una giornata di sole o nei contorni sfocati di una nebbia fitta; nel profumo di un sugo fresco, delle castagne arrosto, di un gelsomino in fiore; in un cane che ti annusa, ti strappa una carezza e se ne va; in una vetrina nascosta, in una partita a bowling, in una data del calendario.
I ricordi non perdono mai. I ricordi -quelli veri, quelli che ti sei tatuata nell'animo- non muoiono mai. Sopravvivono al tempo, alla carne, ai nuovi ricordi.
Ma una cosa sei tu a deciderla: solo tu puoi lasciarti uccidere da loro.
L'altra opzione è conviverci; da buoni coinquilini, sopportarsi; condividere i luoghi da cui si alimentano, la vita in cui sono permeati. Puoi addirittura decidere di farteli amici, di farteli stare simpatici; sentire cos'hanno da dire, da rivelare... da insegnare!
Così si sopravvive ai ricordi. Vivendoli.