La fuga della bontà

La verità non è eterna,
ma può essere destrutturata
da una mente malata
che fa del gusto di parlare
un elemento coesivo dissuadente,
si riverberano parole
con un contenuto scadente
d’attrazione collettiva
che fa cambiare l’opinione della gente
affetta da una malattia visiva.
L’incursione metaforica
distrugge la reputazione,
nel mentre si perde la vera storia,
e la calunnia trova l’occasione
per plasmarsi nella memoria.
Stupisce sempre la metodica
con cui si lacerano i tessuti della bontà,
ma stupisce ancora di più l’epidemia corica
che crea la diversità.
La collettività
ricerca una bugia allegorica
e si veste con una macchia dorica
per uccidere l’integrità.
La bontà si fa una domanda metaforica:
Qual è la vera verità?
Il reticolo congetturale
annienta la ragione
e fa vedere nuovi lampi
d’interpretazioni singolari
accompagnati dalle malizie fanno da fari
per indirizzare le supposizioni,
le supposizioni possono essere ingiuste,
ma accettabili da tutti,
perché davanti alla non verità
asseriscono quando rimangono muti.
La bontà piange la sua atemporalità
che non riconosce le tracce
del vero significato…
la bontà colpita da un fraintendimento
dimentica quanto di vero c’è stato;
si crea il caos e il confondimento
il giudizio si rispecchia in un male abballato,
e senza mostra di pentimento
si lascia il vero ignorato.